Come ha fatto il Dott. Bach a capire il nesso tra i fiori e le tipologie umane?
Cosa lo ha portato a scegliere un fiore piuttosto che un altro? E perché proprio i fiori e non i semi, le foglie o le radici?
Queste sono solo alcune domande che nascono spontanee quando cominciamo a scoprire i rimedi.
Grazie ad un’osservazione accurata fatta nelle sue lunghe passeggiate nei boschi, egli poté ricavare le premesse fondamentali per il suo lavoro e la scelta avvenne sempre con criteri ben precisi. Non a caso la parte floreale della pianta rappresenta il culmine energetico di tutto il suo sviluppo.
La dottrina delle segnature
Nei tempi antichi la natura più profonda di qualunque essere vivente veniva individuata anche attraverso i simboli, il cui linguaggio permetteva di effettuare una diagnosi e trovare i rimedi più appropriati per la malattia. Questa capacità di comprendere e percepire le analogie è parte integrante di un’antica concezione esoterica: la dottrina delle segnature.
Questa dottrina fu riscoperta nel Rinascimento dal naturalista e filosofo svizzero Philipp Theofrast von Hohenheim, conosciuto come Paracelso. Egli pose fra l’altro, a fondamento della medicina, altri campi della conoscenza quali teologia, filosofia, astrologia e alchimia. Si preoccupò della continua corrispondenza fra organismo umano ed energie dell’universo.
Applicando tale dottrina si ha la possibilità di intuire le proprietà curative di una pianta leggendo in essa segni e simboli che rimandano al potenziale terapeutico.
La dottrina delle segnature ci insegna che è possibile trovare indicazioni relative alle proprietà medicinali delle piante prestando attenzione alle similitudini esistenti tra la forma di certe piante e la forma degli organi dell’uomo.
Philipe Deroide
Studiando l’habitat della pianta, le caratteristiche morfologiche, il modo in cui essa si sviluppa e si riproduce, potremmo raccogliere una serie di informazioni sulle facoltà guaritrici.
Le foglie maculate dell’erba polmonaria, che ricordano la forma dei polmoni, erano indicate per i disturbi polmonari.
Anne Mclntyre
Le noci (come la foto di questo articolo) somigliano alla testa e al cervello, quindi erano ritenute salutari per potenziare l’attività mentale. Non a caso Eduard Bach la sceglie come il fiore del cambiamento ed è in questo tempo che l’uomo deve agire con il proprio cervello, tenendo lontane le influenze esterne negative o tutto ciò che può distogliere da un buon proposito.
Le foglie della barbabietola, per esempio, con le loro ramificazioni rosse, erano considerate utili per il benessere del cuore e la circolazione. Le piante con il succo giallo simile alla bile venivano usate per trattare i disturbi del fegato.
In effetti, la moderna ricerca di laboratorio ha evidenziato che le piante possiedono quelle stesse virtù terapeutiche intuite in passato per mezzo della dottrina delle segnature.
LETTURA CONSIGLIATA – FERDINANDO ALIMO
Erboristeria planetaria. Proprietà curative e simbologia delle piante
Stefania d’Andrea – Naturopata e Floriterapeuta . Eseguo consulenza anche on-line con i Fiori di Bach
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