La musica è vita. Lo dice la scienza.
Basta ascoltarla con razionalità per ottenere effetti benefici nel nostro cervello. È un dispositivo curativo che agevola i movimenti, migliora la comunicazione di soggetti autistici e incrementa l’apprendimento. Non a caso svariate forme d’arte, come praticare sport o imbattersi nei cruciverba, hanno un imponente potere sul cervello, così, anche la musica agisce in modo diretto sui neuroni. Pensa alla musicoterapia.
Ma cosa ha notato la scienza?
Nel nostro cervello è presente la materia grigia che contiene la sinapsi, punto in cui risiedono i segnali. Attraverso l’ascolto della musica, la materia grigia e il cervelletto si ingrandiscono. Inoltre, le fibre nervose, quelle che collegano l’emisfero destro e sinistro, risultano più spesse. Un effetto a dir poco unico, quasi insolito che mette in evidenza dei veri e propri cambiamenti anatomici.
È un processo che dona vita. Il suono della musica stimola strutture che appartengono alla memoria, alle emozioni, alla paura e coinvolge tutte le parti del nostro cervello. Potrebbe donare, in alcuni casi, la parola a soggetti reduci da ictus. L’ictus, porta alla completa afasia, ma è possibile, attraverso l’ascolto della musica, ristabilire parti del linguaggio ormai perse.
Siamo fatti per interagire e comunicare, scambiare emozioni, piangere e sorridere, ballare e la musicoterapia ha un effetto straordinario con giovamenti indicibili sull’ansia e sulla depressione.
“la musica è di tutti, solo gli editori pensano che appartenga a loro”
(John Lennon)
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